Gli elementi della natura e il tentativo di difendersi da essi
sono al centro di questo nuovo lavoro di Bruno Ruffo.
Le auto e le persone si intravedono fantasmatiche negli
scrosci di pioggia, mentre gli ombrelli cedono alle intemperie.
Attraverso un parabrezza invaso dall’acqua il mondo assume
una connotazione fantastica e distorta, e dal finestrino di un
treno si allontana una stazione facendosi archetipo di tutti
gli addii.
Il vento di tanto in tanto cattura lo sguardo con le
sue bramosie e i suoi capricci. Le immagini, nel soffermarsi
dei tempi lunghi, acquistano una connotazione onirica
trasformandosi in un sogno che attraversa la vita, a simbolo
della sua quotidiana battaglia.
Una torre lontana, ultimo baluardo contro i venti,
stende un tappeto alla pioggia appena caduta.
Giovanna D’Angelo